Nell'ultimo post Cinzia ci ha raccontato della sua decisione di trasferirsi dall'Italia all'Inghilterra e come ha vissuto quell'esperienza. Oggi saprai com'é proseguita la storia. Ti anticipo soltanto che ha avuto il coraggio di cambiare di nuovo.
CHAPTER III – BACK TO ITALY
Quando il mio semestre finì, potei dire a me stessa di aver raggiunto l’obiettivo che mi ero posta inizialmente.
Forte
come mai prima, finii gli esami dell’ultimo trimestre del secondo e del terzo anno, meno uno, in 4
mesi, conservando la mia media.
In realtà , cercai di accelerare
anche perchè avevo lasciato in Inghilterra qualcosa di molto prezioso:
Joe. A marzo, dopo aver finito tutti gli esami e aver lavorato a piu’
non posso per guadagnare abbastanza per potermi trasferire a Birmingham,
presi un aereo, il giorno dopo il mio ultimo esame e dopo aver dormito
per un’ora e mezza.
Avevamo deciso di sopportare la distanza per 7
mesi, vedendoci una sola volta, perchè questa distanza
era un piccolo prezzo da pagare per avere la felicità che traiamo
dall’essere insieme, e dal vedere in noi la certezza di un riparo da
ogni intemperia.
Sono stata altri 6 mesi a Birmingham, vivendo con
lui. Durante questi mesi, ho cambiato tre volte lavoro, ho avuto un
vero e proprio stipendio per la prima volta,
mi sono laureata con lode, e ho capito che il vero amore e la felicità si trovano nelle
piccole cose di tutti i giorni.
CHAPTER IV – BELGIUM
Avendo
vissuto un’esperienza incredibilmente positiva la prima volta che sono
partita, ho deciso che avrei voluto seguire un corso di laurea
magistrale all’estero. Infatti, seppur partendo da una situazione
iniziale completamente diversa, avevo capito che partire obbiga a vivere
un processo di adattamento che fa crescere, sempre e comunque. Avevo
capito che, trovandosi in un posto nuovo, bisogna costruire tutto dal
(quasi) nulla, sfidare se stessi, affrontare l’essere da soli in una
situazione in cui l’unica persona sulla quale si puo’ davvero fare
affidamento è se stessi.
Ho deciso di partire per un altro Paese,
pur vivendo la situazione ideale, proprio perchè ero in una comfort zone
molto calda e dolce. Credo che adesso sia il momento per me di cogliere
l’occasione di vivere quel processo di auto-scoperta e adattamento che
offre il partire.
Credo inoltre che la
distanza, se ben gestita, possa aiutare anche una relazione, perchè c’è
l’occasione di desiderare ardentemente il momento in cui ci si
incontrerà di nuovo, di gustare ogni secondo che si passa insieme perchè
quel tempo non è scontato, di apprezzare quelle qualità che non
si trovano in nessun altro.
Così, ho deciso di studiare per la laurea magistrale in Belgio.
Ho
scelto il Belgio in quanto volevo scoprire il tipo di vita e di mentalità che esiste in
un Paese piccolissimo ma indipendente non solo geograficamente ma anche
culturalmente; in secondo luogo, ho scelto un’Università con un ottimo
ranking che conserva delle tasse universitarie accessibilissime;
inoltre, dal Belgio è semplice tornare in Inghilterra e in Italia, che rimarrà sempre la mia casa; infine, a
parità di alte condizioni, mi fa comodo vivere in un Paese francofono,
avendo studiato il francese in passato ma non avendo opportunità di
utilizzarlo altrimenti.
A settembre sono quindi atterrata a Louvain-la-Neuve.
Louvain-la-Neuve non assomiglia a nient’altro che io abbia visto prima: si tratta di una
città nata dall’espulsione della comunità francese dall’università di
Leuven, nelle Fiandre, durante i moti del ’68. Costruita in due anni in
una zona di campagna totale, la città oggi conta circa 40.000 abitanti,
di cui 30.000 sono studenti che vivono sul campus. La città è
l’Università e l’Università è la città , concepita apposta per gli
studenti. Inoltre, ci sono molti studenti
internazionali.
Vi è un folklore molto particolare e
molto accentuato, nel quale le differenze tra tutti noi si annullano
nell’orgoglio di essere louvanisti. L’atmosfera che si respira è qualcosa di unico.
Come
previsto, ho attraversato una fase di culture shock ma sono assolutamente felice di aver fatto questa scelta.
CHAPTER V – MY FUTURE
Considerando
la mia visione di quello che è un viaggio "a lungo termine" come processo di crescita, per il momento non vedo
altre mete importanti da dover raggiungere.
A mio avviso non ha senso correre di tappa in tappa se non si
ha il tempo e il modo di sfruttare questo arricchimento.
Dopo aver finito in Belgio, sicuramente torneró in Inghilterra e inizieró a sfruttare gli studi fatti, ma cercheró di continuare a viaggiare ogni week-end possibile.
Ecco, ho
chiesto a Cinzia di condividere la sua esperienza perché puó essere
d'esempio a molti che hanno un po' timore a lasciare il proprio Paese
d'origine. Non é facile sicuramente, ma ció che ne risulta dopo in fatto
di crescita personale e arricchimento nei rapporti umani, non ha
prezzo.
Com'é stato il tuo primo viaggio all'estero?
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